Ah, quanto mi piacciono i fantasy degli anni settanta. Nel primo capitolo incontriamo: mille nomi di posti, antiche leggende, un’accademia di maestri di indovinelli e una principessa data in sposa come premio. Perfetto.
Sono incappato in questa serie di cui non sapevo niente perché cercavo qualcosa che fosse soft magic. Per chi non fosse avvezzo alle categorie, il Signore degli Anelli è soft magic: ci stanno gli esseri soprannaturali, gli stregoni eccetera, ma i meccanismi segreti della magia (statistiche, regole, dettagli) sono lasciati fumosi. Nelle storie soft magic è difficile che come lettore tu possa pensare “ah, no, questa cosa non può succedere”. L’opposto è ovviamente l’hard magic, quelle storie dove le regole sono chiare, quasi scientifiche, dichiarate abbastanza presto nella storia e poi seguite fedelmente. Mistborn di Brandon Sanderson è hard magic, per dire.
Tendenzialmente soft magic porta a storie d’atmosfera, dove non devo troppo ragionare e posso invece farmi cullare dall’escapismo. Sono storie ambientate in un altro mondo, che accetto passivamente, mentre l’hard magic mi spingere ad essere un lettore attivo e pensante. Insomma, a questo giro avevo voglia di spegnere il cervello.
Incappo quindi in un post di consigli su reddit e uno, due, dieci utenti, tutti citano questa trilogia come un ottimo esempio di soft magic, una storia che è ormai un classico, guarda proprio una roba che non puoi evitarti. Proviamo!
I LIBRI
- Il Maestro degli Enigmi di Hed (The Riddle-Master of Hed) – 1975
- Erede del mare e del fuoco (Heir of Sea and Fire) – 1976
- Arpista nel vento (Harpist in the Wind) – 1977
LA TRAMA
Senza fare troppi spoiler, nel primo libro c’è Morgon di Hed, cioè l’eroe che deve combattere un oscuro nemico. Per farlo gli tocca attraversare molte lande meravigliose, ciascuna con i suoi abitanti e le sue caratteristiche. In pratica è una guida del touring club, ma fantastica.
Nel secondo libro c’è una scelta interessante: l’attenzione si sposta su altri personaggi, il protagonista del primo libro è uscito di scena. Peraltro protagoniste femmine! Che il genere fantasy-anni-settanta è dominato dai maschi virili e incazzosi e le donne fanno sostanzialmente da sfondo, e invece no, son proprio attive e protagoniste, che non è male. Il libro comunque non supererebbe il test di Bechdel, che le protagoniste di questa seconda serie non fanno che parlare dell’eroe della prima, ma VABBÈ.
Nel terzo libro torna un po’ il fatto touring club, più grande minaccia finale che va affrontata in una battaglia epica che insomma è un fantasy ha bisogno di un climax. È il più loffio dei tre libri.
L’AMBIENTAZIONE
Bella, a mani basse il punto di forza, fa venire proprio quella voglia di essere trasportati in un altro mondo che cercavo e che mi mancava.
Il continente su cui si svolgono tutte le vicende è un isolotto diviso in regioni. Ogni regione ha un big boss che riceve in eredità dal padre la land-rule, ovvero il comando della terra, e nella sua regione diventa una sorta di genius loci, immortale e in sintonia con sassi, corsi d’acqua, città e tutte cose. Il land-ruler è influenzato nel carattere dalla geografia e delle tradizioni della sua terra, che a sua volta sarà influenzata dalla personalità del land-ruler. C’è quindi una sorta di simbiosi e fusione tra il regnante e il regno. Ovviamente conosciamo vari land ruler e assistiamo ad un paio di passaggi di consegne. Questo è un elemento decisamente interessante.
Ci stanno poi gli enigmi, che però non sono veri enigmi, sono più oscuri pezzi di storia che vengono studiati e tramandati perché… boh? Contengono degli insegnamenti? Giuro che leggendo il libro sembra che funzioni tutto, sono tutti molto convinti dell’importanza degli enigmi, e dire di essere un riddle-master laureato all’accademia è un grande punto di onore. Poi però ci ragioni un momento e capisci che non sta tanto in piedi. PERÒ È OK, nel senso che le cose non devono essere razionali. In quel mondo è nata la tradizione degli enigmi, nel nostro c’è gente che si fa rincorrere dai tori, che combatte lanciandosi le arance, che si fa pungere da formiche velenosissime. Va bene.
La parte più debole dell’ambientazione è quella che dovrebbe reggere la trama e soprattutto il finalone: c’è tutta una storia di mostri mutaforma molto generici che però erano i padroni della terra prima che arrivasse l’uomo e insomma non è un granché.
I PERSONAGGI
Morgon di Hed è un protagonista ambiguo, non uno stronzo, non un santo. Gli appioppano un grande destino e all’inizio si tira indietro, poi gli forzano la mano e gli tocca abbozzare. Il suo arco narrativo è un filo già sentito ma magari negli anni settanta era ancora un’idea fresta.
Raederle parte come donna-oggetto-data-in-premio e poi si sveglia. Brava. Poi nel terzo libro torna a fare un po’ la carta da parati, però almeno ci ha provato.
Deth, l’arpista misterioso, ha chiaramente una sottotrama omoerotica con Morgono, solo che non è quel genere di romanzo. Fosse uscito negli anni duemila su AO3 ci sarebbero state centinaia di fanfiction Morgon/Deth. Invece questa è una serie relativamente oscura e ce ne sono solo tre.
I NOMI
Non sarebbe importante fare una sezione sui nomi, ma un antagonista si chiama Ghisteslwchlohm. In realtà è stabilito che nella regione di Herun c’è la tradizione dei nomi lunghi, con la regina Elrarhiardon (chiamata comunemente El) e sua figlia Lyralathuin (chiamata comunemente Lyra). Ghisteslwchlohm potrebbe essere di Herun, anche se non è detto esplicitamente. Insomma, non è una cosa buttata lì giusto per fare colore.
I PARENTI
Tutti quelli saputi dicono che questa trilogia assomigli a Terramare della Le Guin, che prima o poi dovrò leggere, e che però credo abbia un altro tipo di spessore, almeno politico.
LE CITAZIONI
Segue sbrodolata di frasette a effetto che mi sono segnato mano a mano che leggevo. Ah, l’ho letto in inglese, quindi le frasette sono in inglese, portate pazienza.
At those moments he belonged to the night; he felt nameless, bodiless, as though he could take root and become a tree, drift apart and become the night.
I have lived for a thousand years, and I can recognize the smell of doom.
He had no sense of time, of weariness, of cold; only the vague drift of shadows, the endless, complex pattern of passages he followed with an odd certainty. He wound deeper and deeper into the mountain, his torch burning steadily, untouched by wind; sometimes he could see the reflection of it in a pool far beneath the thin ledge he walked. The trails began to level finally; the stones closed about him, edging down from the ceiling, together at the sides. The stones were broken around him, as from some ancient inner turmoil. He had to step over some of them that had shaken free like great teeth from the ceiling. The trail stopped abruptly at a closed door.
Thousands of years old, unweathered, originless, the door yielded no answer to his waiting.
When I’m too tired to live any longer, I will walk as far as I can up Isig, then stop and become a tree.
A flute of polished wood inlaid with silver, which bore no name, and worried Raederle, since whoever had sent it had known what she would love.
The trip upriver was long, tedious and grim.
What did that woman say to you that is terrible enough to keep you away from your own home?”
His mind was spinning endless threads of conjecture that snarled constantly around his ignorance.
Try drinking some fear along with that beer.
Run from your shadow. Maybe you’ll succeed better than I did.”
Darkness crouched like a live thing within the hall, barring even the moonlight.
And sometimes I curse you because you have spoken my name in a way that no other man in the realm will speak it, and I will listen for that until I die.
There were young boys among them, and the rough, weathered faces of shepherds, farmers, smiths, even traders, receiving a crude, desperate introduction to arms before they joined the forces at Caerweddin.
All I wanted, even when I hated you most, was some poor, barren, parched excuse to love you.
I wanted no harm to come to you without my consent.
Forests haunted with pure black animals so shy they died if men looked upon them; acres of oak woods on the western borders whose trees remembered the first vague passage of men into Ymris.
He was standing in the heart of chaos.
MA QUINDI?
È una storia scritta più di quarant’anni fa e si sente. Però c’è ancora parecchia gente che la ricorda, e si capisce perché. Se la leggi per l’atmosfera va bene. Se la leggi per la trama avvincente hai sbagliato libro.
Patricia A. McKillip
La trilogia del Signore degli Enigmi
Publicata in Italia da Editrice Nord