Questo posto ha legalizzato l’uso di ogni tipo di droga a scopo ricreativo. Le sostanze a effetto leggero, solitamente inebriante, sono liberamente commerciate – con delle limitazioni sull’età di accesso in base a prescrizioni mediche, per non interferire con la crescita, ma senza altri vincoli. Per le droghe pesanti bisogna andare in speciali cliniche, dove si viene sottoposti a test psicofisici – piuttosto blandi – e poi si può liberamente praticare. Gli oppiacei e le droghe stordenti vengono somministrate in ambienti asettici, simili a corsie di ospedale, tanto gli utenti sono così obnubilati da non farci caso. Gli allucinogeni richiedono ambienti speciali, giardini, luoghi ariosi e sereni, dove l’utente possa esperire al meglio lo stato psicologico alterato senza rischiare di farsi del male e senza ricevere stimoli negativi. Per gli eccitanti c’è una certa possibilità di scelta: solitamente sono disponibili una palestra, una pista da ballo con musica molto forte e molto ritmata, e una stanza piena di suppellettili di basso valore, da spaccare.
L’accesso alle sostanze è massimamente libero, ma con un vincolo: ogni cittadino è schedato in base alle droghe di cui fa uso, e la sua storia di utente è pubblicamente consultabile. La motivazione ufficiale è relativa alla sicurezza: alcune sostanze sono e restano molto dannose. Alcune sono note per modificare i tratti caratteriali e i profili psicologici – spostando le personalità verso gli estremi: estrema aggressività, estrema calma, estrema felicità, estrema apatia. Molte sostanze determinano, statisticamente, il destino degli utenti: incontri un tizio che sembra sano e in controllo, poi leggi il suo menu e capisci che è questione di mesi prima che si trasformi in una presenza spiacevole. Il sistema è piuttosto efficiente nel monitorare e prevenire i danni, ma come ulteriore misura di sicurezza l’elenco delle sostanze usate è reso pubblico. Questo rende possibile pianificare tanto i rapporti umani quanto quelli lavorativi, almeno in teoria. In pratica la società divisa in fazioni, c’è chi detesta gli utenti di un particolare tipo di sostanza o, più raramente, di tutte le sostanze. C’è chi assume solo chi risponde ad un certo profilo di utente, chi frequenta solo chi usa sostanze diverse dalla propria, o uguale alla propria, e chi preferisce non sapere. Molte sostanze sono associate a particolari culti religiosi, e gli utenti cercano di rendere estremamente mistica l’esperienza. Alcuni gruppi politici – minoritari ma agguerriti – sostengono che tutti, per legge, debbano almeno una volta nella vita provare un certo tipo di sostanza (tipicamente allucinogeni, perché il popolo ha bisogno di aprire la mente). La politica è un alternarsi di figure moralizzanti, che cercano di regolamentare l’accesso alle sostanze, e libertari che riconoscono nell’uso di droghe uno dei valori fondanti della nazione. Ci sono anche periodiche campagne per liberalizzare ulteriormente l’accesso. La vita media, confrontata con una società a livello tecnologico simile, è dell’otto percento più breve. I livelli di felicità sono comparabili, o lievemente più alti. La felicità è a macchia di leopardo: in media identica, con sacche sociali fortemente sbilanciate in entrambi i sensi.
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