Ho iniziato a leggere i romanzi di Eymerich, grossomodo, vent’anni fa. All’epoca ero un pischello che stava scoprendo il fantasy, i giochi di ruolo e l’escapismo, e come da copione ero finito in un gruppo di gente più grande di me. Uno di questo era Lele, che mi prestò tre romanzi, appunto, della saga di Eymerich. Li lessi a bomba, uno dietro l’altro, e mi vennero a nausea, come gli acetoni quando mangi troppi dolci.
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